mercoledì 8 settembre 2010

Primo grado: Cristallino di Misurina

Fa freddo quassù in cima: dopo la neve, che ci ha colto all’improvviso mentre ci stavamo arrampicando su quei grossi sassi bianchi e grigi che fanno da giganteschi scalini per la vetta e che, per fortuna, se n’è andata presto, il vento ci preannuncia, con una grossa nube nera, la prossima variazione termica. Il termometro segna + 7 °C. Sembra di essere sul tetto di un enorme casamento con vista sulla valle di Landro col suo lago e sui monti intorno, soprattutto la Croda Rossa in tutto il suo sanguigno fulgore. Una piccola croce di legno ed un’altrettanto minima statua della Madonna testimoniano la dimensione religiosa delle cime importanti.
Primo grado (I), EEA, A, F+, etc.etc. sono le sigle che contraddistinguono questa ascesa: fin tanto che non la si fa, non si tocca con mano quello che vuol dire. Subito all’inizio della salita, devo aggrapparmi ad una rientranza che fa da appiglio per tirarmi su e superare un grosso masso. Dopo si sale senza soste: qualche ometto in più non avrebbe guastato: sono stato costretto a fare un paio di “zompi” per niente simpatici per riprendere il filo della traccia (meglio quella originale degli alpini, ridotta però ad un moncone di ferro, spesso nascosto fra le pietre). Gli anelli di metallo sono utili per indicare il percorso (anche perchè senza corda non servono a niente). Dopo una lite con il mio poncho anti-neve che voleva sempre rimanere sotto la pianta dei miei scarponi, siamo sbucati su una passerella di legno un po’ traballante che ci ha portato su uno zig-zag piuttosto verticale che arriva poco sotto la cima, ai resti degli accampamenti italiani della Prima Guerra, con tanto di grotte ancora agibili e piene di resti di ogni tipo. Le guglie rocciose che ci sovrastavano minacciose durante la salita, sono ora molto più in basso, esili dita levate al cielo. La Sella Popena con i ruderi dell’ex rifugio è un piccolo punto sull’enorme gibbo verde del Popena Basso. C’è una coppia di austriaci con uno zainetto solo, appena scesi dalla vetta. Si dileguano come ombre e non li rivedremo più durante tutta la nostra discesa, quasi fossero spariti nel nulla.
Solo un altro piccolo sforzo ascensionale e siamo in cima anche noi, appollaiati su un paio di massi non molto comodi e piuttosto a strapiombo. Siamo sulla cima di quel pezzo di mondo: più alti, dietro di noi, solo il Cristallo (con l’omonimo Passo che sembra di poter raggiungere con un balzo) ed il Piz Popena.
Nella discesa cerchiamo di non far cadere sassi, per evitare danni ai nostri predecessori austriaci, dei quali però non c’è traccia. Comunque tutto fila liscio come l’olio. Alla base del monte, prendiamo il sentiero per la Valle del Popena che ci porta ad incrociare la strada che viene da Carbonin. Dopo poco più di due chilometri, mezzo asfissiati dai gas di scarico dei camper, arriviamo all’auto lasciata in sosta la mattina.
Oggi è stata una grande giornata: cominciata bene, con la scoperta di un personaggio legato ai miei ricordi di famiglia che non immaginavo di incontrare. Il gestore del negozio Lavaredo Sport a Misurina, in cui sono entrato per caso, è Giovanni Pais Becher, guida alpina e grande alpinista, che avevo visto anni fa in alcuni documentari televisivi in cui, insieme al mio concittadino Gastone Lorenzini, scalava cime per il mondo: mio padre dava voce alla loro narrazione. E’ stato un bel modo per ricordarlo.

Note tecniche:
partenza dal Lago di Misurina : quota 1745 metri; sentiero n. 224 dall’Ufficio Postale.
Sosta intermedia a Sella Popena (ex Rifugio Popena): quota 2200 metri: Val delle Baracche.
Inizio scalata parete Sud-Est: quota 2080 metri;
arrivo in vetta a quota 2775 metri: tempo intermedio salita 4 ore, 40 min;
discesa e ritorno per la Val Popena Alta fino alla strada Carbonin-Misurina e ritorno nei pressi del bivio per le Tre Cime: tempo intermedio 3 ore, 50 min.
Dislivello totale: 2200 metri.
Tempo totale: 8 ore, 30 min.