martedì 1 giugno 2010

Rondinaio, again

Sul Rondinaio dopo più di venti anni. Ci sei tornato lassù in una mattinata tersa, con qualche nuvola grigia, ma ormai di una primavera inoltrata. Si vedeva bene fino alla catena delle vicine Apuane, o più ad est verso il Cimone, come in un abbraccio verde ancora macchiato da qualche residuo di neve. Il sentiero è ancora quello di un tempo, con alcuni punti scoscesi che richiedono tutta l’attenzione possibile per non commettere errori fatali.
In vetta c’è una grande croce lignea, che per te è una novità, con una piccola scatola metallica, come sulle cime che si rispettano, in cui si trova un foglietto per le firme e qualche penna biro al limite minimo dell’inchiostro. Il rito dell’autografo dà la stessa soddisfazione di quello eseguito su montagne più famose ed elevate. In fondo, così come si presenta oggi, è come se fosse una prima assoluta. L’altra volta, avvolto in una fitta coltre di nebbia, neanche ti sembrava di essere arrivato in cima.
Adesso è diverso, lo vedi da ciò che ti circonda. Solo il suolo che calpesti ti sembra sia lo stesso di allora, sassoso e friabile. E’ l’andare a piedi, questo modo di muoversi lento, contrario a tutta la maniera di vivere oggi che è frettolosa, brusca, vorace. Non ti fa assaporare niente; per fortuna che più di quattro lustri fa, partisti con due amici, in braghe di tela e ciabatte, per andare al mare; però sei venuto quassù, ad iniziare questo rito di cui ormai sei diventato un adepto. Ora sei puro, hai fatto il pieno di energia… avanti, la vita ti aspetta !